La settimana appena passata credo sia stata una delle più deliranti della mia vita. Non scherzo, sono seria. E mi domando ancora come abbia fatto a non farmi venire un febbrone da cavallo con tanto di stato semicomatoso una volta finito tutto.
Forse perché semplicemente ancora non mi sono ripresa e probabilmente non lo farò mai del tutto.
Cosa sarà mai successo?
Facciamo due conti: vivo a Londra, è il periodo di promozione di Captain America: Civil War, la mia host family è in Spagna. Secondo voi cosa può voler dire? Solo una cosa: paura e delirio a Westminster.
Inizia tutto domenica 24, con stalking ad oltranza: cinque ore passate davanti all'hotel in cui alloggia il mio futuro marito con una temperatura di tre gradi percepiti, insomma, se avessi aspettato ancora un po' mi sarebbero cadute le dita. Ma Egli non si fa trovare, naturalmente. Ah, non scordiamo l'alzataccia con tanto di altre due ore di coda per prendere il braccialetto per la premiere. Le speranze di avere la prima fila si fanno più concrete avendo il 25, ma... parliamone dopo.
Fortunatamente ho delle amiche che non solo comprendono i miei deliri, li assecondano pure. Ed ecco che mi ritrovo a fare check in alla proiezione stampa del film domenica sera, giusto per consolarmi dalle ore spese ad aspettare invano il signorino. Diciamo che ho pianto, nascondendomi sotto la sciarpa per non farmi vedere dal resto del pubblico, sì sono pazza ma ho ancora qualche strascico di dignità. *tossisce*
Lunedì 25 inizia con una calma parecchio insolita, pensando a quello che sta per accadere. L'amica di cui sopra non solo è riuscita a farmi vedere il film in anteprima, è riuscita a farmi ottenere un accredito per la conferenza stampa del film. Avete capito bene, mi sono trovata nella stessa stanza con lui. In prima fila. A praticamente tre metri di distanza. Come ne sia uscita viva ancora non è dato saperlo, sicuramente ne sono uscita danneggiata a livello cerebrale, ma quella non è una novità.
Sì, questa foto l'ho scattata io.
No, davvero, non lo so come ho fatto a mantenere il sangue freddo e non saltargli addosso, vuoi vedere che davvero ancora un briciolo di dignità ce l'ho?
Naturalmente, la simpaticissima security una volta finita la conferenza si è piazzata a muro e quindi il mio tentativo di farmi una foto col suddetto è svanita nel nulla.
Dopodiché mi son fermata soltanto quattro ore nella hall dell'albergo nella speranza che l'uomo ninjia si facesse vedere ma io sono una persona troppo positiva (il che è tutto dire, per chi mi conosce), fingendo di lavorare da brava giornalista.
Martedì 26 tocchiamo il picco del delirio, come ogni premiere che si rispetti. Io ci ho provato ad essere fiduciosa nei confronti della security ma lo sapevo che avrebbero mandato in merda tutto, così da una prima fila che mi spettava, mi sono trovata letteralmente schiacciata nell'antro più oscuro e lontano del red carpet, as usual. Non sono mancati i pianti ma non ci siamo fatte mancare neanche un bell'attacco di panico. In compenso ho conosciuto delle persone splendide.
L'unica foto che sono stata in grado di scattare, naturalmente fa schifo |
E non chiedetemi perché, a quello una risposta non ce l'ho. Né sensata, né stupida. E' così e basta.
Mercoledì 27, visto che in confronto alla mia testa, il granito è stracchino. La prima cosa che mi viene detta arrivata lì, più o meno alle 9 di mattina, è stata: Chris è andato già via dalla porta sul retro. Tirati giù tre cristi, due madonne, una decina di santi a caso, mi sono messa l'anima in pace. Che poi la mattinata sia andata comunque discretamente non c'è da negarlo, ma quello è un racconto che andrà a finire su Il Diario (poco) Segreto di una Fangirl.
0 commenti:
Posta un commento